Settembre 19, 2024

“Risi e Bisi” Il piatto che esalta l’estate

di ALLISON BOLZONELLO

“O mangi la minestra o salti la finestra”, quante volte ce lo siamo sentiti dire da piccoli e per un veneto è tradizione come Risi e bisi, infatti è il piatto ufficiale del 25 aprile, festa di San Marco.
Dall’isola di S. Erasmo, e non solo, arrivavano i migliori piselli e il Doge mangiava questo piatto tanto da essere noto come il “magnar da Doxe”.
Come spesso succede le radici di questo piatto sono incerte, o forse sono un intreccio di culture, infatti l’origine dei risi e bisi potrebbe risalire, addirittura, all’impero bizantino con il quale la Repubblica della Serenissima intratteneva intensi rapporti commerciali e spesso accompagnavano il riso con una varietà di verdure, quindi mentre Venezia ha adottato questa prelibatezza la sua origine potrebbe essere legata alle influenze culinarie dell’oriente.
Un primo piatto che accompagna il passaggio dall’inverno alla primavera con la sua consistenza unica, infatti non è un risotto, ma neanche una minestra.
Un piatto che racchiude le radici nel territorio e che, come tutti i piatti tradizionali, vuole evitare sprechi, infatti, per insaporire il brodo di cottura vengono usati i bacelli dei piselli. Nel 2013, dopo varie ricerche storiche, la Pro Loco di Scorzè ha depositato la ricetta presso la Camera di Commercio di Venezia.
Negli anni questa tradizione si è spostata più nell’entroterra, dove la tradizione di festeggiare la festa di San Marco ha interessato soprattutto i paesi di Lumignano e la frazione di Pozzolo di Villaga, luoghi noti per la coltivazione di piselli, qui in collaborazione con la Confcommercio si tiene ogni anno una rassegna dedicata a questa prelibatezza. Un’altra zona dove si può assaporare al meglio questa ricetta è il basso veronese dove forti della vasta produzione di riso vialone nano negli anni hanno affinato la ricetta fino a portarla come un capostipite della cucina tradizionale.