Ottobre 2, 2024

di ALLISON BOLZONELLO

Dici Frico e subito ti viene alla mente uno dei piatti più conosciuti della cucina friulana ed inoltre rientra tra i prodotti agroalimentari tradizionali friulani e giuliani. La ricetta a base di patate, formaggio e cipolla, amalgamati e cucinati come un tortino nasce sulle montagne nella Carnia come un piatto povero e di recupero in quanto venivano usate le strissulis, le rimanenze di produzione o i ritagli delle forme di formaggio caratterizzate dalla tipica forma a striscia sottile.
Le prime trascrizioni di questo piatto si hanno già nel XV secolo con il libro “De Arte Coquinaria” del Maestro Martino da Como, cuoco del patriarca di Aquileia. La ricetta che lui descriveva era con strutto fresco, strissulis, spezie o erbe.
Nel corso degli anni, la storia di questo piatto si intreccia anche con la leggenda di Sant’Ermacora, patrono di Udine. In uno dei suoi viaggi per consegnare un Vangelo chiese riparo ad una famiglia di pastori nella zona della Carnia, questi gli offrirono della polenta, un pezzo di formaggio e del siero.
Fu allora che il Santo suggerì al padrone di casa di rimettere sul fuoco il siero aggiungendovi acqua fredda, caglio e aceto. A questo il pastore aggiunse della ricotta e il risultato fu molto apprezzato da Sant’Ermacora.
L’apice del successo internazionale e televisivo del frico si ha nel 2013, quando Luca Manfé concorrente friulano e vincitore di Masterchef USA, propone il piatto durante la semifinale del reality aggiudicandosi i consensi della giuria. Esistono due ricette del frico.
La prima, forse quella più conosciuta, vede un tortino caratterizzato da una crostina croccante e il cuore morbido.
La seconda, invece, vede una sottile cialda di formaggio e farina di mais.
Oggi il frico viene presentato sia come antipasto che come secondo piatto. Non c’è una ricetta definitiva, ogni famiglia ha la sua, c’è chi oltre agli ingredienti classici aggiunge anche erbe o salumi.