Dicembre 10, 2024

Chi l’ha detto che la montagna d’inverno sia godibile solo per chi pratica uno sport?

Ecco qualche suggerimento turistico per vivere in maniera diversa la neve ai piedi delle Tofane

di FEDERICO BETTUZZI

La montagna d’inverno: neve, ghiaccio, il vin brulè, lo sci. Ma si può vivere il turismo montano invernale anche senza saper sciare? Vi offriamo di seguito alcune idee weekend per riscoprire le Dolomiti nella stagione più fredda rinunciando alle piste ma senza perdere la volontà di esplorare la magia della montagna. E lo facciamo con diverse tematiche, tutte con partenza dalla Regina: Cortina d’Ampezzo.

UN TUFFO NELLA STORIA

Cortina è custode continua di tradizioni e storie locali che caratterizzano tanto il suo sviluppo quanto la popolazione di origine ladina. La “Ciasa de ra Regoles” ricorda ancora oggi un sistema antico che regolamenta, sin dalle invasioni germaniche, i diritti reali dell’agricoltura: un ordinamento, quello delle Regole, che è riconosciuto dal Diritto civile italiano con le sue peculiarità. Poco distante, il Comun Vecio testimonia con i suoi esterni meravigliosi, decorati dagli stemmi araldici delle famiglie, il retaggio dell’Ampezzano orgoglioso delle proprie tradizioni ed oggi, dismesse le funzioni di centro amministrativo, ospita la biblioteca civica e la sala prove della banda cittadina.
La storia religiosa di Cortina passa attraverso le sue diverse architetture religiose, compresa la basilica dei Santi Filippo e Giacomo che domina il centro storico come baricentro immobile. Il campanile che vanta 166 anni di storia ha assurto il ruolo di simbolo del paese stesso grazie ad uno stile che travalica i canoni confinari: né tirolese né cadorino, esso si slancia nel cielo della conca ospitando le sei campane principali fuse ad Innsbruck e le tre accompagnatorie. Il convento francescano a sud che sovrintende al vicino cimitero è uno dei tanti esempi, con la sua chiesa dedicata alla Madonna della Difesa, della classica architettura sacra locale, sobria eppure imponente che affascina puntualmente anche il visitatore più distratto.

LE TRACCE DELLA GRANDE GUERRA

Cortina è stata testimone diretta del primo conflitto mondiale ed il visitatore oggi può ritrovare innumerevoli testimonianze del periodo bellico. Risalendo verso il Falzarego e la Val Badia si

trova il Sacrario Militare di Pocol la cui massiccia torre quadrangolare in pietra domina l’orizzonte occidentale di Cortina. Nell’ossario riposano migliaia di caduti delle varie specialità della fanteria mentre sotto il sarcofago del “Fante Morto” sono stati tumulati i resti del generale Antonio Cantore, ucciso sulla Tofana di Rozes da un cecchino poche settimane dopo l’inizio delle ostilità. Poco oltre, vicino al Passo Falzarego, si erge ancora oggi la mole del titanico Forte Tre Sassi, una fortificazione asburgica che soffrì evidenti danni da un terribile bombardamento dell’artiglieria italiana. Abbandonato per quasi un secolo, alcuni anni fa è stato recuperato dalla Regola Ampezzana che, assieme ad una famiglia del posto che ha rilevato il manufatto dal demanio militare, l’ha trasformato in un meraviglioso museo. Ma tracce evidenti sono presenti anche nelle vicinanze, dal museo all’aperto del Monte Piana a Misurina alla Valle di Landro il cui antico forte porta ancora oggi i segni del passato.

 

AGITATO, NON MESCOLATO

Gli appassionati cinefili non possono dimenticare che Cortina ha ospitato tante differenti produzioni cinematografiche, dal primo cinepanettone dei Vanzina a Sylvester Stallone per il suo adrenalinico “Cliffhanger”. Sono invece trascorsi quarantatré anni dell’uscita nelle sale di “Solo per i tuoi occhi (For your eyes only)”, dodicesimo film ufficiale della saga di James Bond che ebbe nell’Ampezzano una apprezzata location per alcune delle scene più belle, mescolando azione, romanticismo ed ironia nel segno del compianto Roger Moore.
Partendo dallo storico hotel Miramonti, dove Bond arriva sulla sua fiammante Lotus e dove vive un imprevisto amoroso con la giovanissima Bibi Dahl (Lynn-Holly Johnson), ci si sposta al sempre affascinante Trampolino Italia, un altro dei simboli della Cortina invernale. È qui che il protagonista sfugge d’un soffio all’agguato sugli sci teso dagli scagnozzi di Aris Kristatos (Julian Glover). Passeggiando lungo Corso Italia ammantato dalla neve si può immaginare il protagonista ostacolare un altro tranello, quello teso da due motociclisti a Melina Havelock (Carole Bouquet) per poi allontanarsi dalla scena in una slitta trainata da due cavalli. Lo Stadio Olimpico del Ghiaccio, altra icona delle Olimpiadi del 1956, ha cambiato volto rispetto al 1981 avendo guadagnato nel frattempo una copertura permanente: qui vennero girate diverse scene, dal primo incontro tra Bond e Kristatos al singolare match in notturna della spia contro tre agguerriti giocatori di hockey mascherati, sino alla morte di Luigi Ferrara (John Moreno), attaché locale dell’MI6.

IL RITO DELLO SHOPPING

 

La Regina non è tale solamente per le meraviglie naturali o per la sua affascinante storia ma anche per l’immancabile richiamo dello shopping che, stagione dopo stagione, attira turisti e curiosi. Corso Italia è una vetrina continua che offre al visitatore tante differenti prospettive, tutte ad alto tasso di qualità: gioiellieri, commercianti di abbigliamento tecnico ed alla moda, boutique dello sport si contendono gli spazi a seconda dell’architettura che domina i diversi scorci. Ma Cortina è conosciutissima anche per la Cooperativa, il primo esempio di emporio multisettore che dal lontano 1898 costituisce un richiamo unico per ogni esigenza di acquisto. Quattromila metri quadrati di esposizione su più piani, dagli alimentari all’artigianato, dalla calzatura all’abbigliamento, dai giocattoli al tempo libero sino alla sartoria, alla tappezzeria ed all’affilatura delle lame.

APERITIVO E NON SOLO

Cortina vuol dire anche buona cucina con le sue innumerevoli specialità valide per tutte le occasioni. Uno dei simboli della gastronomia locale è riassunto dai casunzièi, ovvero le tipichemezzelune di pasta fresca ripiena di erbe, patate, ricotta o rape rosse: lessati in acqua salata sono conditi con burro fuso di malga.
Non può mancare la polenta, servita con del formaggio alla piastra, del goulash di cervo o capriolo o con le verdure grigliate; obbligatorio anche un assaggio di chenèdi ovvero la versione locale dei canederli oppure del pastìn, una pietanza che ripercorre l’autentica tradizione contadina locale.

La ricca produzione di salumi ma soprattutto di formaggi di malga si accompagna alle marmellate della valle che trovano posto anche come contorno di alcuni arrosti di cacciagione: non abbiate timore dell’accostamento apparentemente irriverente e degustate.

La pasticceria locale risente molto degli influssi austriaci per cui è facile ritrovare Sacher, strudel, torta alla ricotta fresca o i dolci di grano saraceno. Non perdete comunque un assaggio di krapfen, originari di Sappada ma declinati con passione anche nell’Ampezzano, e delle furtaies. Un adeguato fine pasto passa ovviamente attraverso un bicchierino di grappa: ogni produttore ha la sua ricetta segreta ed è impossibile stabilire con certezza la primogenitura delle stesse tra i tanti concorrenti in lizza.

Lasciatevi consigliare dal sommelier o dal titolare di una enoteca e godetevi l’esperienza gustativa.