“SPRITZ”
Non solo una bevanda, ma un vero e proprio rito sociale
di MONICA GHEDIN
Lo Spritz è un aperitivo alcolico molto amato nel Triveneto.
La sua base è il vino Prosecco, arricchito con un liquore come Aperol, Campari o Select, che gli dona una vivace tonalità rossa o arancione. A questo si aggiunge una spruzzata di acqua frizzante o seltz.
Pur essendo conosciuto scientificamente come Spritz, nella vita di tutti i giorni viene spesso chiamato Spriss, Spriz o Sprisseto. Il nome deriva dal verbo tedesco “spritzen”, che significa spruzzare, riferendosi al gesto di aggiungere acqua al vino.
Altri sostengono che il nome derivi da un vino austriaco della regione del Wachau.
Sebbene l’origine della parola sia austriaca, l’abitudine di mescolare acqua al vino per creare una bevanda leggera ed estiva è una tradizione veneta molto antica, precedente all’arrivo degli austriaci. Alcuni fanno risalire questa usanza al medioevo, altri all’epoca romana, e altri ancora alle popolazioni paleovenete.
Nel corso del tempo, lo Spritz ha visto un’evoluzione nelle sue varianti, con l’aggiunta di diversi liquori più o meno forti: Aperol, Bitter Campari, Select (quest’ultimo prevalentemente a Venezia), o amari scuri come la China Martini e il Cynar. Inoltre, può essere arricchito con una scorza di limone, sia immersa che strizzata nel bicchiere, a seconda dei gusti.
La gradazione alcolica dello Spritz varia, ma si attesta mediamente sugli 8°.
La sua composizione classica prevede che il Prosecco e l’acqua gassata o seltz costituiscano almeno il 40% e il 30% rispettivamente, mentre il restante 30% è composto da vari tipi di bevande alcoliche, mantenendo una colorazione rossa.
Per completare il cocktail, si aggiunge una fetta di limone, d’arancia o un’oliva, e qualche cubetto di ghiaccio.
Un aneddoto interessante riguarda l’Arsenale di Venezia e il trattamento riservato agli operai navali, noti come arsenalotti. La Serenissima era molto attenta al loro benessere, offrendo loro un trattamento economico privilegiato, garanzie di sostentamento in caso di malattia e altri benefici.
Gli arsenalotti erano anche i vogatori del Bucintoro durante le cerimonie ufficiali del Doge. Quotidianamente, nel pomeriggio, avevano una pausa durante la quale venivano serviti pane e vino per riprendersi dalle fatiche del lavoro.