L’Epifania: Tra fuochi, leggende e tradizioni
di ENNIO GROSSO
L’Epifania in Friuli Venezia Giulia è molto più di una semplice festività: è un’immersione nelle tradizioni secolari, un momento di unione e riflessione in cui il folklore si mescola alla spiritualità. Dai suggestivi Pignarûl, i falò che illuminano le notti invernali, all’arrivo delle misteriose Varvuole a Grado, ogni angolo della regione offre un’esperienza unica e autentica per salutare l’inizio del nuovo anno.
Che si tratti della luce purificatrice dei Pignarûl o delle ombre inquietanti delle Varvuole, l’Epifania in Friuli Venezia Giulia è un viaggio affascinante tra riti, leggende e storia. Un’occasione per vivere la magia di una regione che sa unire passato e presente, coinvolgendo le comunità in una celebrazione unica e indimenticabile.
IL PIGNARÛL: UN RITO TRA STORIA E SPIRITUALITÀ
La tradizione del Pignarûl ha radici profonde, che affondano nell’antichità e nei rituali pagani dei Celti. Questi falò, accesi in numerosi villaggi e città della regione tra il 5 e il 6 gennaio, non sono semplici fuochi, ma portatori di una simbologia antica legata alla purificazione, alla rinascita e alla speranza per il futuro.
Nel mondo celtico, il fuoco era considerato sacro.
Belanu, dio della luce e della fertilità, era venerato con rituali propiziatori che segnavano il passaggio tra le stagioni. Durante questi riti, grandi falò venivano accesi per scacciare gli spiriti maligni, purificare la terra e garantire abbondanti raccolti. Il fuoco, simbolo di vita e rigenerazione, illuminava le lunghe notti invernali, segnando l’inizio di un nuovo ciclo naturale.
Dopo l’avvento del Cristianesimo, il culto di Belanu si mescolò alle celebrazioni religiose dell’Epifania, mantenendo però inalterato il fascino dei Pignarûl. Il rito non fu mai del tutto abbandonato, resistendo alle trasformazioni culturali e religiose dei secoli.
I RITI CONTEMPORANEI DEL PIGNARÛL
Oggi, i Pignarûl sono un evento comunitario. Le comunità locali si riuniscono per costruire grandi pire di legna, paglia e materiali combustibili, che vengono accese al calar della sera. La magia del momento è amplificata dall’interpretazione della direzione del fumo e delle scintille, che offrono un auspicio per il nuovo anno.
Un proverbio friulano recita: “Se il fumo va a oriente, sarà un anno di abbondanza; se va a occidente, sarà tempo di cercare fortuna altrove.”
In alcune aree, la caduta del palo o della croce che sostiene la struttura è considerata un segno di sventura, rendendo il rito ancora più carico di significato e tensione.
PIGNARÛL SUL MARE E ALTRE VARIANTI
Tra gli appuntamenti più suggestivi spicca il Pignarûl sul mare a Duino Aurisina, dove il fuoco incontra il riflesso delle onde, creando un’atmosfera unica. Ad Aquileia, la Cabossa richiama turisti con il suo mix di tradizione e spettacolo, mentre a Tarcento l’Epifania Tarcentina è l’evento più celebre, con una celebrazione che coinvolge l’intera comunità.
LE VARVUOLE: LE STREGHE DEL MARE
Se i Pignarûl rappresentano la luce che scaccia l’oscurità, le Varvuole di Grado incarnano il lato più oscuro e misterioso della tradizione epifanica friulana. Queste figure spaventose, metà leggenda e metà storia, affondano le radici nei secoli XVI e XVII, quando le coste adriatiche erano teatro delle incursioni dei temibili Uscocchi.
Gli Uscocchi, pirati provenienti dalla Dalmazia, erano temuti per le loro incursioni sulle coste friulane e venete. Guerrieri spietati e astuti, sfuggivano all’avanzata dell’Impero Ottomano e trovavano rifugio tra le lagune adriatiche. Bardati con abiti strani, dentiere di ferro e gambali di legno, questi pirati hanno ispirato l’immaginario popolare, trasformandosi nelle Varvuole, le streghe marine che terrorizzano i bambini cattivi.
L’ARRIVO DELLE VARVUOLE
Ogni anno, il 5 gennaio, il porto di Grado si trasforma in un teatro naturale. All’imbrunire, dalla nebbia marina spuntano le Varvuole, a bordo delle tipiche batele, le imbarcazioni lagunari. I loro cappotti di rete, i capelli di fil di ferro, le gambe di legno e i denti affilati creano un’immagine grottesca e spaventosa, amplificata dalle grida stridule e dai balli frenetici che le accompagnano.
Secondo la leggenda, le Varvuole hanno un solo obiettivo: portare via i bambini cattivi. Ma la comunità sa come difendersi. L’antidoto contro queste creature maligne è semplice: strofinare aglio sugli infissi delle case e aspergere gli angoli con acqua santa, allontanando così la minaccia soprannaturale.
Dietro il mito delle Varvuole si cela una fusione di storia e fantasia popolare. I pirati Uscocchi, con i loro abiti particolari e le armi insolite, divennero nell’immaginario collettivo figure quasi demoniache. Il folklore li trasformò in streghe marine, caricandoli di simboli e leggende che ancora oggi rivivono nelle tradizioni di Grado.
L’ACCENSIONE DELLE FOGHERE E LA BEFANA
A Lignano Sabbiadoro, la festa dell’Epifania si anima con l’accensione della foghera e l’arrivo della Befana, in un’atmosfera di musica, divertimento e specialità gastronomiche. Anche qui, la direzione del fumo diventa un oracolo per il nuovo anno, seguendo il proverbio friulano: “Se il fumo va a occidente, prendi il sacco e va per il mondo; se va a oriente, prendi il sacco e va al mercato.”
Un’esperienza tra tradizione e comunità
L’Epifania in Friuli Venezia Giulia non è solo una celebrazione, ma un’occasione per riscoprire le radici di una cultura millenaria e condividerla con chiunque voglia lasciarsi affascinare da fuochi ardenti, leggende misteriose e un’ospitalità senza eguali. Una festa che sa unire passato e presente, portando un messaggio di luce e speranza per l’anno nuovo.
PER SAPERNE DI PIÙ SUGLI EVENTI
Tarcento: www.turismofvg.it
Lignano Sabbiadoro: www.lignanosabbiadoro.com
Grado e le Varvuole: www.grado.it